I pasticceri lo sanno bene: preparare un dolce a regola d’arte significa, naturalmente, che sia di certo molto buono, ma che abbia anche un piacevole aspetto estetico. Torte o piccoli bigne sono al pari di preziosi gioielli di cui aver cura, in ogni particolare. Devono essere in grado di deliziare il palato ma anche la vista. Per ottenere un risultato a cinque stelle, in grado di stupire davvero, occorrono precisione e l’ausilio di accessori specifici. Se si desidera guarnire un dolcetto o decorare la superficie di una torta con della spumosa panna montata, ad esempio, occorre uno strumento ad hoc, il sifone.
Anche i meno esperti riusciranno a dar valore alle proprie opere culinarie grazie a questo accessorio. All’apparenza il suo uso potrebbe sembrare complicato ma, in pratica, non è così. Ecco la nostra guida alle caratteristiche che deve avere un ottimo sifone da cucina e come fare per utilizzarlo al meglio.
Due tipologie di sifone da cucina
Va detto, prima di tutto, che esistono in via generale due tipologie di sifone. C’è quello per il seltz, usato dai barman per realizzare i cocktail, e quello per la panna e per le spume, utilizzato in pasticceria e in cucina. Tralasciando il primo, ci prendiamo in esame il secondo. In particolare in questa seconda categoria c’è un’ulteriore distinzione da fare. Esistono i sifoni termici – per le spume calde – e i sifoni non termici – adatti alla preparazione delle sole spume fredde. La differenza, tra i due, la fa solo il tipo di rivestimento perché l’uso è identico.
Come è fatto?
Il sifone non è un accessorio da usare in modo istintivo. Il suo meccanismo non è scontato e, proprio per questo, per lavorare in modo soddisfacente e in piena sicurezza, si consiglia sempre di acquistare dei brand di qualità. Un sifone si divide sostanzialmente in due parti. Un contenitore (o corpo) in cui vengono versati gli ingredienti e una calotta (o testa) che viene avvitata sul contenitore. Tutta la tecnologia del sifone risiede proprio sulla calotta. Qui si trova, oltre al beccuccio per erogare il prodotto, una capsula (o portacartuccia) che ospita una cartuccia di protossido di azoto. Questa è chiusa fino al momento in cui il sifone non viene avvitato. Non appena questo accade, si apre e sprigiona il suo contenuto all’interno del contenitore liberando un’importante quantità di ossigeno. Il risultato? Dall’erogatore usciranno panna e schiume “vaporose” e morbide, dall’effetto coreografico molto invitante.
Per ottenere una spuma molto vaporosa, prima del suo uso il sifone deve riposare in frigorifero per alcune ore. Al momento dell’utilizzo dovrà essere agitato per bene e inclinato a testa in giù.
Cosa preparare con il sifone da panna?
La preparazione più semplice da fare con il sifone è senza alcun dubbio la panna. In realtà si tratta di uno strumento molto versatile e ricco di sorprese. Si può restare in pasticceria con panne “aromatizzate” alla frutta, al caffè o al cioccolato, oppure spaziare nell’universo gastronomico salato con mousse e spume di verdure e insaccati.
Quale scegliere?
Come è facilmente immaginabile, in commercio è possibile valutare tantissimi modelli di sifone. I prezzi sono variabili, si va da quelle economici ai più costosi e professionali. Budget a parte, un parametro da valutare al momento dell’acquisto è il materiale. Sarebbe preferibile opzionare i modelli realizzati in metallo (alluminio e acciaio inox) perché, trattandosi di uno strumento che lavora sotto pressione, questo materiale può dare molte più garanzie in termini di resistenza e sicurezza.
Una corretta manutenzione
Il sifone è uno strumento molto delicato. Eseguire una corretta manutenzione è importante per garantirgli lunga vita. La prima regola da seguire per non danneggiarlo è quella di introdurre nel suo contenitore solo ingredienti liquidi. Anche piccoli corpuscoli o granellini solidi possono compromettere il risultato e la funzionalità. Il gas contenuto nelle cartucce esercita una importante pressione e, dunque, il sifone deve mantenere inalterata la sua resistenza. Quindi è importante far sì che la filettatura del corpo principale non si ammacchi e non si rovini la calotta in nessuna parte.
Sifone: è importante pulirlo bene
Per quanto riguarda la pulizia, va eseguita ogni volta, dopo aver utilizzato il sifone. Il corpo principale, le bocchette e la capsula porta-cartucce possono essere lavati senza problemi anche in lavastoviglie verificando, ovviamente, che sia possibile. La capsula invece è auspicabile lavarla a mano con acqua calda e tradizionale detergente per i piatti. Questo perché è provvista di una guarnizione che tenderebbe a rovinarsi e consumarsi, mettendo in discussione la tenuta ermetica. Infine è necessario fare attenzione a pulire bene le bocchette di erogazione. Qui, infatti, potrebbe rimanere una parte di panna che, se non asportata con cura, con molta probabilità tenderà a sviluppare delle cariche batteriche. Una volta lavate ed asciugate tutte le componenti, basta avvitare di nuovo la calotta sul contenitore del sifone senza stringere forte.